PROGETTO PRO SMART BEEF

Programma di Sviluppo Rurale 2014/2020 Reg. (UE) 1305/2013
BANDO ATTUATIVO DELLA SOTTOMISURA 16.2
PROGETTO PRO-SMART BEEF

La valorizzazione delle produzioni locali di carne bovina nell’area della Maremma
Toscana si inserisce in un contesto globale in cui la crescita costante della popolazione mondiale e la contemporanea necessità di ridurre l'impatto ambientale legato alle produzioni agricole, in particolare a quelle zootecniche, pongono un difficile duplice obiettivo anche per le nostre produzioni animali: da un lato aumentare la produzione di carne per soddisfare la crescente richiesta e limitare l’importazione e dall'altro ridurre al massimo l'impronta ecologica degli allevamenti. Oltre a questo non può essere trascurato neanche il fatto che il consumatore è sempre più attento al benessere degli animali, ai metodi di allevamento e al potenziale impatto che questi possono rappresentare per l’ambiente. Ed è anche noto come tutto ciò assuma spesso una notevole importanza anche al momento dell’acquisto, tanto da essere considerato ormai uno dei motivi della diminuzione dei consumi di carne bovina.
Per limitare l’impatto dell’allevamento bovino sull’ambiente, in Maremma, appare
quindi altrettanto evidente che i sistemi cerealicoli-foraggeri a supporto delle produzioni animali dovranno – tra l’altro - essere in grado di mitigare le emissioni gas-alteranti provenienti dalle fermentazioni enteriche e dalla gestione dei reflui, oltre che incrementare convenientemente le produzioni areiche di foraggi e granelle utilizzando minori input energetici, anche allo scopo di ridurre l’impronta di carbonio del sistema produttivo.
Al riguardo è ormai universalmente acquisito che nella indispensabile rivisitazione dei
sistemi colturali, necessaria al fine di intensificare sostenibilmente le produzioni areiche e allo stesso tempo incrementare la fertilità del suolo e limitare i rischi di erosione, la scienza agronomica indica una serie di pratiche agro-ecologiche: riduzione delle lavorazioni del terreno, conversione da colture annuali a poliennali, consociazioni nel tempo e nello spazio, irrigazione a goccia e implementazione di tecniche agro-silvo-pastorali (ASP) tutte da verificare ed adattare alle caratteristiche agropedoclimatiche dei luoghi di che trattasi. Ed è noto anche che le suddette pratiche di “agricoltura sostenibile” consentono pure di massimizzare il benessere degli animali allevati, che, a sua volta, offre notevoli ricadute positive sullo stato di salute fisica e mentale dell’animale, con la conseguenza – assai gradita – di contenere sensibilmente le perdite economiche legate al minor accrescimento degli animali, al deprezzamento delle carcasse e al numero di morti in allevamento.