AGRITURISMO
Pubblicato da Confagricoltura in Grosseto · 3 Ottobre 2019
La nuova proposta di modifica della legge regionale sugli agriturismo,
non piace a Confagricoltura che puntualizza con il suo presidente regionale,
Marco Neri, quanti problemi potrebbe apportare alle imprese agricole se a
settembre fosse varata. “La mia non vuole essere una disquisizione meramente
politica e un “no” a prescindere, - apre il presidente Neri - ma una
valutazione oggettiva e scevra da qualsiasi partigianeria. In primo luogo mi
preme sottolineare come la modifica dell’articolo 17 eliminerebbe la possibilità
di utilizzare a fini agrituristici volumi derivanti da interventi di
ristrutturazione urbanistica e da trasferimenti di volumetrie posti nei
territori agricoli. Tutto ciò sarebbe assolutamente deleterio, soprattuto per
quelle aziende che invece vogliono investire nel recupero di ruderi e del patrimonio edilizio esistente, con
ricadute positive anche su interi settori dell’artigianato e del commercio.” Sulla
stessa linea anche il presidente provinciale di Confagricoltura Grosseto,
Attilio Tocchi - che ribadisce come: “se guardassimo indietro di trenta anni
vedremo le campagne toscane, e quelle maremmane in particolare, completamente lasciate a sé stesse,
abbandonate dal miraggio della città e con i resti delle strutture mezzadrili e
della colonizzazione della Riforma fondiaria.
Oggi l’immagine è totalmente sovvertita, valorizzata e iconograficamente
identificata dalla bellezza, con casali e poderi ristrutturati grazie alla
attività agrituristica che ne ha permesso il recupero edilizio e al contempo ha
migliorato l’immagine di un territorio come quello toscano che tutto il mondo ci invidia.” L’altro punto che non
piace assolutamente a Neri e Tocchi è legato al glamping, e si trova nella
modifica dell’articolo 13 che limita enormemente l’ospitalità in spazi aperti.
Tale variazione imporrebbe infatti una
limitazione al numero di ospiti e di piazzole, senza tener conto della
dimensione dell’azienda e del mantenuto rispetto alla principalità,
penalizzando soprattuto le imprese medio grandi. “Quello che dobbiamo
assolutamente evitare - spiega il
presidente regionale di Confagricoltura -
è che sulla bellissima costa toscana, nascano dei tristissimi pseudo
campeggi, dove dietro non c’è una vera azienda agricola, ma imprenditori
agricoli fasulli e terreni limitati. Viceversa si deve puntare alla qualità,
senza favorire la realizzazione selvaggia priva di criteri. Alle spalle ci
devono essere vere aziende agricole di cui l’agriturismo ne rappresenta una
integrazione. Deve sussistere connessione tra l’attività agricola e quella
turistica e mantenere complementarietà della seconda con la prima.” La speranza
di Neri e di Tocchi è che la Regione Toscana compia un passo indietro rispetto
alla proposta di modifica, perché altrimenti tutto il mondo agrituristico
toscano ne risentirebbe pesantemente. “Auspico - conclude Neri - che si riveda
l’impianto modificativo della proposta che trovo sfavorente, in particolar modo
per quelle aziende che vogliono conservare il rispetto delle origini e non
erodere la propria identità di agricoltori, offrendo servizi turistici e di
accoglienza di qualità nei quali la vacanza è valore esperenziale.”